Economia Brasile in Crescita: Avanzo Primario giá nel 2022

Economia Brasile in Crescita: Avanzo Primario giá nel 2022

FMI: Tetti alla Spesa Pubblica e Riforma delle Pensioni decisivi per l’economia del Brasile

L’economia del Brasile cresce piú del previsto. Stime precedenti del (FMI) Fondo Monetario Internazionale, infatti, avevano previsto il ritorno del paese all’eccedenza primaria solo nel 2023.

Buone notizie per l’economia del Brasile. L’adozione del massimale di spesa e l’approvazione della riforma della sicurezza sociale quest’anno, aiuteranno il Brasile ad anticipare di un anno, il ritorno all’eccedenza primaria. Con questi due fattori, nel 2022 il bilancio registrerà un piccolo saldo positivo dello 0,1% del prodotto interno lordo (PIL). L’indicatore salirà allo 0,6% del PIL nel 2023 e raggiungerà l’1,0% del PIL in 2024, secondo il rapporto sul Monitoraggio Fiscale del Fondo Monetario Internazionale (FMI). 

Ad ottobre 2018, l’istituto internazionale con base a Washington, prevedeva che l’avanzo primario sarebbe stato raggiunto solo nel 2023, quando avrebbe raggiunto lo 0,5% del PIL.

L’aggiustamento fiscale basato su queste basi contribuirà a ridurre il tasso di espansione del debito pubblico lordo e netto dal 2019 al 2023. Nel caso delle passività lorde, il FMI prevede ora che aumenterà come percentuale del PIL dal 90,4% a 96,5% nel periodo, mentre prevedeva una variazione maggiore, dal 90,5% al 98,3% nel Monitor Fiscal di ottobre. Solo il documento di aprile stima l’indicatore nel 2024, quando dovrebbe raggiungere il 97,6%, che è un marchio scomodo, in quanto è appena al di sotto della soglia psicologica del 100% del PIL, considerato negativo da molti analisti internazionali, in particolare per un paese in via di sviluppo con un basso potenziale di crescita attualmente, circa il 2,5%.

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Economia Brasile: Decelerazione del Debito Netto

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Secondo il FMI, la decelerazione del debito netto è in qualche modo più pronunciata, sebbene non spieghi le variabili che hanno portato a tali proiezioni. Per quest’anno, la proiezione è di raggiungere, come percentuale del PIL, il 56,2%, quando in ottobre si prevede che raggiungerà il 59,9%. Nel 2020, l’anticipo si verifica, ma è più graduale del previsto sette mesi fa, perché ora la previsione è di raggiungere il 58,7%, ma la stima precedente era del 63,4%. Questa dinamica continua fino al 2023, quando la differenza tra la previsione attuale e quella di ottobre si è ridotta di 7,4 punti percentuali del PIL, poiché ora si attesta al 64,2%, ma è pari al 71,6%. Nel 2024, il FMI prevede che il debito netto raggiungerà il 65,7%.

D’altro canto, il ritmo di crescita del disavanzo pubblico nominale ha registrato una lieve riduzione dal 2019 al 2023.
Soprattutto, il Fondo monetario internazionale ritiene che la spesa per interessi dovrebbe rimanere relativamente stabile nei prossimi anni, dal momento che il più grande taglio della Selic si è verificato tra il 2016 e il 2018, che ha anche ridotto la spesa federale del 2% del PIL. Ha sottolineato, il direttore del dipartimento affari fiscali della FISM, Vitor Gaspar, in una recente intervista.
Si stima che il disavanzo nominale scenderà dal 7,3% del PIL quest’anno al 6,2% del PIL nel 2023, leggermente diverso dall’8,0% al 6,7% del PIL previsto dal periodo. Per il 2024, la proiezione è dell’indicatore che raggiunge il 5,8% del PIL.

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“Tra i Paesi non esportatori di petrolio, quelli senza spazio fiscale, Argentina e Brasile, dovrebbero continuare a consolidare i conti pubblici per mettere il debito in una costante tendenza al ribasso”, ha affermato il Fondo Monetario Internazionale.

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Il FMI sottolinea che per contribuire al consolidamento fiscale, “sono necessarie misure che includono l’innalzamento dell’età pensionabile, lo svincolo del salario minimo e il beneficio dei riadattamenti e la moderazione della generosità delle pensioni, in particolare per i dipendenti pubblici“. Scopri tutte le notizie riguardanti l’Economia del Brasile

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